26 April, 2024

L'app di dating online Grindr denunciata per aver condiviso informazioni sullo status HIV dei propri utenti

Grindr, l'app di dating più utilizzata al mondo dalla comunità lgbt+, è stata denunciata per aver condiviso informazioni strettamente personali dei suoi utenti, come lo status HIV, con soggetti di terze parti.

Nello specifico, stando a quanto riportato dalla denuncia depositata presso l'Alta Corte di Londra, l'applicazione avrebbe utilizzato una “tecnologia di tracciamento nascosta” per raccogliere informazioni sensibili e le avrebbe poi condivise con le società di analisi dei dati Apptimize e Localytics - che, a loro volta, potrebbero aver venduto quei dati ad altre aziende, per esempio farmaceutiche. Un'evidente violazione della privacy, che avrebbe avuto non poche ripercussioni sulla psicologia degli utenti.

I nostri clienti hanno provato un forte disagio per il fatto che le loro informazioni altamente sensibili e private sono state condivise senza il loro consenso, e molti hanno provato sentimenti di paura, imbarazzo e ansia come risultato”, ha dichiarato Chaya Hanoomanjee, amministratore delegato di Austen Hays, lo studio che segue la causa. L'obiettivo della denuncia, quindi, è far ottenere ai querelanti un risarcimento per i danni subiti, ma anche per far sì che che gli utenti “siano al sicuro mentre utilizzano l'app, ovunque si trovino, senza timore che i loro dati possano essere condiviso con terzi”.

La questione della condivisione illecita dei dati, però, sembrerebbe essere tutt'altro che inedita. Nel 2018, infatti, Grindr è finita nel mirino delle autorità di sicurezza per aver condiviso i dati personali dei suoi utenti con le compagnie di analisi dei dati. In quell'occasione la società riuscì a salvarsi, ma nel 2021 è stata costretta a pagare una multa di ben 6,5 milioni di euro, impostale dalle autorità norvegesi per aver violato le norme del Gdpr. Nel 2022, poi, è stato il garante dei dati del Regno Unito a “rimproverare” la piattaforma per la gestione dei dati personali degli utenti. E ora è arrivata la gigantesca causa per la violazione della privacy.

Di tutta risposta, un portavoce dell'app ha sottolineato come la società si impegni da sempre a “rispettare tutte le normative applicabili sulla privacy dei dati”. E ha dichiarato che Grindr affronterà “vigorosamente” queste accuse, basate “su una descrizione errata delle pratiche risalenti a più di quattro anni fa, prima dell’inizio del 2020”.

News ripresa da FEDEPRIVACY